Iman, la seconda moglie di Bowie, ha confessato di recente che si infastidice quando i fan le si avvicinano e tentano di toccarla per mostrarle la loro vicinanza, ritiene che noi non possiamo capire il dolore suo e della figlia Alexandria Zahra.
In verità la perdita di un mito è come un lutto che ti porti a vita. Si piange come per un congiunto e si resta sempre in attesa di sentire dell'uscita di un'intervista, una canzone, un film, un musical, un quadro. Sì David Bowie era tutto questo. E' difficile dimenticarlo, perché è insostituibile come artista e come uomo, dotato di sentimenti umani genuini e puri (qualità ormai rare nella specie umana).
La prima trasformazione: fine anni '60 primi anni '70 del '900
Una malattia terribile l'ha strappato all'arte, di cui era un interprete sensibile, innovativo ed eclettico. Ancora oggi stento a credere che non ci sia più. La notizia della sua scomparsa mi giunse mentre ero a scuola e non fui più in grado di proseguire la lezione che fu sostituita dalla visione di un video didattico.
Il giorno prima avevo acquistato la sua ultima compilation (Lazarus) e l'avevo ascoltata, facendo molto attenzione al testo. I presagi di morte erano così evidenti, tutto era già definito. EUTANASIA! Anche in questo si è mostrato un "Hero", come cantava in una delle sue hit (Heroes) più belle di tutti i tempi. La mia preferità di sempre resta però Ashed to Ashes, seguono Five Years, Changes e 1984, ma la lista di brani che sentirei 10, 100, 1000 volte, sarebbe infinita.
Di Bowie mi hanno regalato un'infinità di libri (in lingua italiana e inglese), ogni vinile donatomi dai miei è stato il frutto di una conquista (alta media dei voti a scuola, regalo di maturità, vittorie agonistiche ecc.), ho collezionato su di lui montagne di CD, DVD, articoli, ma soprattutto tante foto. Queste che mostro sono le mie preferite: Bowie bambino, Bowie adolescente, Bowie-Ziggy, Bowie-attore (L'uomo che cadde sulla terra), Bowie marito, Bowie padre, Bowie il Duca bianco...
Gli anni di Let's dance e di Tonight con Tina Turner (anni '80)
Le sue canzoni hanno accompagnato i momenti più belli e indimenticabili della mia vita: dal 1982, quando lo udii per la prima volta alla radio, ne ignoravo il nome, ma mi colpì quel timbro particolare, inconfondibile, glue. E poi il 1987, il grande sogno che si avvera: Bowie nella città eterna in un mega concerto: "The glass spider tour". Ma Bowie non disdegnava neanche i piccoli concerti, eccolo allora in Sardegna l'11 luglio 1997, ad Arbatax alle "Rocce rosse & Blues".
Non gli ho mai scritto, non ho mai fatto parte di un fan club, sono stata solo una sua semplice cultrice e grazie a lui ho iniziato a capire la musica, ad apprezzarla, a valorizzarla. Grazie a lui potevo ricantare in quella che era originariamente la mia lingua madre, l'inglese, ma anche dilettarmi a sentirlo raramente cantare in italiano.
Dopo quattro anni sono finalmente riuscita a sospendere per un attimo il mio personalissimo lutto e a parlare finalmente del mitico, inimitabile e straordinario DAVID BOWIE.