FINALMENTE IL RICONOSCIMENTO GIURIDICO DELLA PROFESSIONALITA' DEL PEDAGOGISTA - 2017

Il 2017 si è chiuso con un bel riconoscimento per chi come me ha creduto da sempre nella laurea in Pedagogia negli anni in cui il MIUR pensava di poter fare a meno di pedagogisti ed educatori.

L'allarme educativo tra i giovani, il ruolo sempre meno presente dei genitori hanno fatto capire che le famiglie non possono essere lasciate sole nell'educazione dei propri figli e che la psicologia o la neuropsichiatria infantile nulla possono di fronte a fenomeni ambientali. Altri paesi comunitari questo lo hanno realizzato da tempo, prevendendo nello staff di ogni scuola la presenza stabile di un pedagogista.

Genitori sempre più utenti non obiettivi, pronti a giustificare ogni debolezza, mancanza e inappropriatezza della propria prole hanno determinato fenomeni dilaganti quali il vandalismo, il cyberbullismo, l'alcolismo e altre dipendenze, le devianze comportamentali, la dispersione scolastica e il moltiplicarsi di ragazzi con bisogni educativi speciali.

Ecco allora che ci si è ricordati che esistono figure professionali competenti e formate per arginare questi fenomeni. Negli anni i costi sociali sono stati così elevati che si è dovuto ricorrere addirittura a una LEGGE DI BILANCIO, quando il tutto si sarebbe potuto risolvere anni addietro, non attribuendo a insegnanti, psicologi, psichiatri, presidi compiti che non gli competono.

Sì, perché si è creduto erroneamente che una laurea in matematica, in filosofia, in lettere, in scienze, in diritto, in economia, in lingue straniere desse automaticamente competenze in pedagogia, decimologia, scienze dell'educazione, pedagogia speciale...e che l'esperienza e i corsi di aggiornamento potessero dare compentenze anche a chi non aveva neanche le nozioni base sulle scienze pedagogiche.

Finalmente il paese cha ha dato al mondo Maria Montessori è tornato alle sue origini, dando dignità a una laurea che meriterebbe molto più rispetto e dignità.