I Generali coraggiosi della Grande Guerra
Ferruccio Trombi, medaglia d'oro al valor militare, nato il 2 agosto 1858 (le sue biografie sono discordanti sul luogo di nascita: alcune affermano sia stato Finale, altre Modena. Di certo si sa che era di famiglia finalese), morì il 28 novembre del 1915 a Oslavia, nel cui Sacrario è sepolto insieme ad altri 57 mila caduti italiani. Così recita il dispaccio che ne annunciava il decesso:
"Il Regio Esercito Italiano piange oggi la scomparsa del Maggiore Generale Ferruccio Trombi, comandante della Brigata Livorno. Veterano della campagna di Libia, Ferruccio Trombi ha combattuto a Tobruk e venne ferito gravemente nella battaglia di Bir Mofsel l'11 marzo 1912. Insignito dell'Ordine Militare di Savoia per la brillante e coraggiosa condotta negli scontri in Libia e a Rodi, venne promosso Maggiore Generale nel 1913 e posto a comando della Brigata Verona. All'inizio della guerra venne incaricato di guidare la Brigata Alessandria e combattè sul fronte dell'Isonzo. Ferito in un'azione sul San Michele, ancora convalescente pretese di tornare in prima linea e il 12 ottobre venne incaricato di prendere il comando della Brigata Livorno e seppe tenere alto lo spirito combattivo e il morale dei propri uomini durante i durissimi scontri per la conquista di quota 609 del Sabotino ed il fondo Val Peumica. Oggi, incaricato di guidare la presa di quota 188 di Oslavia, è stato colpito sulla via per raggiungere la prima linea. Investito dallo scoppio di una granata nemica, il Maggiore Generale Ferruccio Trombi è morto sul colpo".
Nemmeno un mese dopo, con motu proprio sovrano del 22 novembre 1915, gli veniva conferita la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria con la seguente motivazione:
"Comandante di settore al Sabotino, dal 18 al 27 novembre, prodigò inesauribili doti di energia, di valore, di perizia, per affrontare e superare una difficile situazione. Chiamato improvvisamente ad assumere la direzione delle operazioni in altro settore, accoglieva con entusiasmo l'incarico, e, nell'adempimento di esso, sulle linee più avanzate, ove erasi recato per rincuorare le truppe, colpito in pieno da un proiettile di artiglieria nemica, moriva da prode, suggellando con tale splendida fine sul campo dell'onore tutta la sua vita di fiero e valoroso soldato. Oslavia, 28 novembre 1915".
Ferruccio Trombi era il discendente di un'antica blasonata famiglia finalese. Scrive Umberto Baldoni nella sua Storia di Finale, "I Trombi oriundi da Bergamo e detti anticamente de' Manzili e de' Viviani. Andrea, soprannominato il Tromba, si stabilì al Finale al principio del XVI secolo. (...) Vari membri di questa famiglia furono priori, consiglieri del Comune, capitani e dottori. Vincenzo beneficò l'ospedale e altre opere pie del Finale. I Trombi si allearono a nobilissime famiglie e furono riconosciuti Conti palatini e nobili del Finale con decreto ministeriale 11 maggio 1891 in persona del generale Conte Vittorio Trombi e del fratello Conte Ferruccio".
Secondo il "Libro d'oro del Finale", lo stemma di casa Trombi è "spaccato e diviso da fascia rossa; il primo, campo oro all'aquila bicipite coronata oro in campo, tenente spada argento punta in alto, nell'artiglio sinistro, ed un tromba argento in quello destro; nel secondo, campo azzurro, all'albero verde terrazzato ed accostato da due leoni rampanti".
Attratto dalla vita militare, Ferruccio Trombi entrò alla Scuola Militare di Modena nel 1874. Nel 1877, nominato sottotenente di fanteria, fu assegnato al 31° reggimento della brigata Siena. Nel 1880 divenne tenente e nel 1887 capitano. Nel 1894 venne trasferito nel 12° reggimento e nel marzo 1898, con la promozione a maggiore, nel 63° della brigata Cagliari. Promosso tenente colonnello nel gennaio 1903, passò al 22° fanteria Cremona di cui divenne comandante nel maggio 1908 con il grado di colonnello.
Per l'opera prestata alle popolazioni calabre colpite dal terremoto di Messina nel dicembre 1908, gli fu assegnata una medaglia di bronzo di benemerenza. Il giornale il Ponte di Pisa del 30 gennaio 1910 dà notizia del suo trasferimento in Somalia: "Il conte cav. colonnello Ferruccio Trombi, comandante il 22° fanteria di stanza nella nostra città, è stato messo con decreto di sabato 23 gennaio a disposizione del Ministero degli Esteri e destinato al Benadir ad assumere il comando delle truppe coloniali nella Somalia italiana. Il conte Trombi, che qui in Pisa aveva raccolto tante simpatie nel breve giro di pochi mesi per la intelligenza che lo distingue e per le doti della cortesia e dell'amabilità, è un ufficiale coltissimo che la fiducia del Governo ora non senza rincrescimento allontana da noi".
Con la dichiarazione di guerra alla Turchia, assunse il comando del 34° reggimento e prese parte, dal gennaio 1912, alla campagna di Libia. Fu poi a Rodi e Psitos e venne insignito dell'Ordine Militare di Savoia. Promosso maggior generale alla fine del 1913, comandò la brigata Verona e, dal 1 febbraio 1914, a domanda, fu collocato nella riserva. Richiamato in servizio dal 1 marzo 1915, alla dichiarazione di guerra all'Austria, assunse il comando della brigata Alessandria con la quale combattè, fin dai primi giorni di guerra, sul fronte dell'Isonzo, prima di passare - al rientro da una convalescenza, dopo essere stato ferito sul S.Michele il 21 luglio - al comando della brigata Livorno.
Il Comune di Finale Emilia gli ha dedicato una via e nel corso di una solenne commemorazione, il 22 maggio del 1927, alla presenza del principe Filiberto di Savoia, Duca di Pistoia, durante la quale venne inaugurato il monumento ai caduti di piazza Baccarini, fu posata una lapide in marmo con una parte bronzea, sulla parete sud della Torre dell'Orologio, a ricordo delle sue gesta. Lapide sparita e della quale, anni dopo, si recuperò solo la parte marmorea che, ristrutturata, venne ricollocata sulla Torre oggi crollata.
Dove siano finite le decorazioni in bronzo non si sa con certezza. In una lettera del 1 luglio 1952 il sindaco Mario Cestari risponde al prefetto di Modena che chiedeva informazioni sulla sorte della lapide, affermando che probabilmente la parte metallica è finita nell'operazione "Bronzo alla patria", che prese avvio nel 1940 a seguito della richiesta del Governo Mussolini di rimuovere e fondere, per scopi bellici, i monumenti in bronzo appartenenti a enti pubblici.
Estrapolato da: www.comunefinale.net