A due anni dalla fascistizzazione del paese un socialista rovigotto osò da solo sfidare l'ex compagno di partito "Benito Mussolini". L'epilogo è noto ed è per questo che oggi non c'è città italiana senza una piazza o una via centrale dedicata a questo coraggioso veneto. D'altronde Giacomo Matteotti fu vittima, più che dei fascisti, dei cosidetti "indifferenti", come un altro ex socialista, cofondatore del Partito Comunista Italiano e il filosofo italiano più studiato all'estero, definì i parassiti, i vigliacchi, i piagnucoloni, i fatalisti, gli scettici, gli assenteisti, gli ignoranti ("coloro che ignorano") e gli agnostici.
Mia madre con molta schiettezza mi diceva sempre: «Nel ventennio eravamo tutti fascisti. Se da un lato si nascondevano gli ebrei, si aiutavano gli antifascisti e furtivamente si socializzava con i confinati, dall'altro tutti avevamo paura di ostacolare i piani del fascismo».
Nella recente querelle nata dalla provocatoria pubblicazione di «Istruzione per diventare fascisti», non posso che parteggiare per la scrittrice Michela Murgia, non solo perché sarda ma perché è fedele al verbo gramsciano di "Odio verso gli indifferenti".
DISCORSO DI GIACOMO MATTEOTTI - 3 MAGGIO 1924